Al Censimento del 2020, la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) era di 27.516 ettari, pari al 32% della superficie complessiva. Si tratta di valori inferiori sia alla media nazionale (41,2%) che di quella regionale (39,2%).
La SAU, comunque, cresce di circa 1.180 (4,5%) fra il 2010 e il 2020, trainata dall’aumento registrato nel Sangro. Si registra, al contrario, una diminuzione consistente del numero di unità agrarie, che risultano più che dimezzate nel periodo considerato, passando da 3.814 a 1.675.
Caratteristiche della produzione zootecnica
I dati relativi al numero di capi di bestiame allevati (bovini, suini, ovini ed equini), mostra il progressivo regresso del numero dei capi allevati, più contenuto rispetto alle altre realtà territoriali prese a riferimento, sintomo di una crisi tendenziale che ha interessato il settore zootecnico a cavallo di fine secolo.
Il sistema delle piccole produzioni enogastronomiche
Una prima caratterizzazione delle piccole produzioni tipiche enogastronomiche a livello di sistema territoriale è stata effettuata sulla base delle rilevazioni effettuate in loco nel corso degli anni, prendendo in considerazione le componenti principali dell’offerta: i prodotti, i servizi, il sistema delle imprese, le infrastrutture ed i servizi di comunicazione ed animazione.
Le produzioni tipiche
Nelle matrici seguenti è riportata una rassegna del livello di valorizzazione in cui attualmente si trovano le principali produzioni tipiche del comprensorio, interpretato in termini di caratterizzazione e protezione. Per ogni prodotto sono state prese in considerazione le seguenti informazioni:
- i riferimenti geografici relativi all’area di produzione (che può di livello sub o sovra territoriale);
- il livello di caratterizzazione, cioè la raccolta di conoscenze distintive legate al prodotto e tali da consentire l’analisi dell’adeguatezza del processo produttivo e della conformità del prodotto ottenuto al profilo qualitativo del tipo considerato tipico. Si tratta di un parametro importante, i prodotti che hanno un nome, ma non sono caratterizzati perdono inevitabilmente valore a causa delle cattive imitazioni (vi sono evidenti esempi di fenomeni di quest’ultimo anche nei nostri territori come le imitazioni del bocconotto o l’estrema variabilità dei vini denominati Pecorino), viceversa per i prodotti caratterizzati si crea una cultura codificata che rappresenta la prima forma di protezione;
- il livello di protezione, ovvero l’insieme di iniziative messe in atto per difendere il collegamento dell’uso di una denominazione tipica ad un’insieme coerente di caratteristiche distintive; vi sono molte forme possibili di protezione oltre a quelle istituzionali (DOP, IGP, certificazioni di prodotto/processo ecc.) un esempio sono i presidi slow food;
- altre notizie relative alle forme di diffusione locale.
Vini, liquori, sciroppi ed oli
Ai prodotti menzionati, vanno aggiunti i prodotti freschi (materie prime) tipici e autoctoni; si tratta di un insieme eterogeneo di prodotti vegetali con livelli molto variabili di caratterizzazione e diffusione, per alcuni dei quali sono state avviate azioni specifiche di recupero. Tra questi si possono citare oli monovarietali autoctoni (Roccascalegna), prodotti ortofrutticoli (Olive intosso, Patata di montagna), cereali (grano duro cappelli e marzuolo, grano tenero solina e casorella, orzo, avena, farro ecotipo Italia centrale, segale), legumi (fagiolo “socere e nore”, fagiolo tondino, fagiolo a pane, fagiolo a caffè) il tartufo nella zona di Quadri e del Medio Sangro e tante altre varietà autoctone di frutta e ortaggi.
Pani, prodotti da forno e dolci
Prodotti di origine animale
Un’analisi analoga è stata dedicata ai servizi multifunzionali nella tabella seguente.
I servizi di fruizione degli attrattori rurali
(CREDITI IMMAGINI: www.visitterredeitrabocchi.it)